Fabbisogni e comportamenti relativi al consumo dell’acqua nei gatti

L’acqua è una delle molecole più elementari dell’universo, fondamentale per la vita come la conosciamo; la disidratazione non è compatibile con la vita. Può sembrare strano pubblicare un articolo sul consumo dell’acqua, ma anche le azioni più semplici possono avere doti nascoste, come rivelano Stefanie Handl e Julia Fritz.

PUNTI CHIAVE

  • Esistono pochissimi studi sulle preferenze e i comportamenti relativi al consumo dell’acqua nei gatti domestici.
  • È ben noto che i gatti sono predisposti alla malattia delle vie urinarie e che la mancanza di liquidi può essere una causa predisponente.
  • L’indagine degli autori ha mostrato che, apparentemente, i gatti preferiscono utilizzare varie modalità per assumere acqua e occorre quindi che i proprietari le mettano a loro disposizione.
  • I gatti sembrano preferire che l’acqua venga fornita in una piccola ciotola situata lontano da quella del cibo.

Introduzione

Tutti abbiamo bisogno di bere acqua per sopravvivere, ma è ben noto che alcune specie hanno sviluppato meccanismi specifici per quanto riguarda l‘assunzione dell‘acqua e l‘omeostasi. È noto che il gatto domestico ha alcune caratteristiche fisiologiche che possono favorire il bilancio idrico; ad esempio, i gatti possono tollerare senza troppi problemi perdite idriche acute fino al 20% del peso corporeo (1). D‘altra parte, se necessario, hanno la capacità di produrre urina estremamente concentrata (2) per preservare i liquidi corporei. È stato suggerito che queste abilità siano dovute al fatto che il gatto domestico (Felis silvestris catus) è un discendente del gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica), un presunto “abitante del deserto“ (Figura 1). Tuttavia, la domesticazione del gatto è iniziata probabilmente 9.000-10.000 anni fa, in coincidenza con l‘insediamento dell‘uomo nella cosiddetta “mezzaluna fertile“, ovvero la zona intorno ai fiumi Eufrate e Tigri, che corrisponde oggi all‘insieme di Iraq, Siria, Libano, Israele, Palestina e Giordania, che all‘epoca non era affatto un deserto.

Figura 1. È stato suggerito che il gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica) abbia trasmesso al gatto domestico di oggi la sua capacità di sopravvivere in condizioni prossime alla siccità.
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Non è chiaro se queste caratteristiche indichino necessariamente che i gatti sono predisposti a determinate malattie; per esempio, la disidratazione cronica o la produzione di urina concentrata possono causare nel tempo danni permanenti ai reni e alle vie urinarie? Questo può essere irrilevante per un gatto selvatico che ha un‘aspettativa di vita relativamente breve, ma è verosimilmente importante nel gatto domestico, che può avere un‘aspettativa di vita superiore ai 20 anni. D‘altra parte, i gatti domestici vivono in condizioni molto diverse (spesso in casa, con una chiara mancanza di esercizio fisico e la sicurezza di trovare cibo) rispetto ai gatti selvatici e questi fattori possono contribuire, o addirittura causare, i disturbi delle vie urinarie. In questo contesto, l‘assunzione di liquidi da parte del gatto deve certamente ricevere particolare attenzione, sia che si tratti di consigli generali sull‘allevamento e la cura del gatto, sia nell‘ambito delle raccomandazioni dietetiche.

“Le ciotole dell’acqua di piccolo diametro sono generalmente preferite dai gatti; se possibile, il proprietario dovrebbe fornire una varietà di ciotole di diversi materiali e varie dimensioni.” Julia Fritz

Fabbisogno idrico e assunzione di liquidi 

Le raccomandazioni tipiche sono che un gatto richiede circa 50 mL d‘acqua per kg di peso corporeo al giorno (3), che si traducono in 200-250 mL al giorno per un gatto di 4-5 kg. Questo fabbisogno idrico può essere coperto dall‘assunzione di “acqua libera“, ovvero contenuta nei liquidi e negli alimenti, o dalla produzione metabolica di “acqua di ossidazione“. Ciò significa che bruciare 1 g di proteine, di amido o di grassi produce poco meno di 0,4 g, 0,6 g e 1,1 g di acqua, rispettivamente (4). L‘alimentazione naturale dei gatti, costituita cioè da prede come piccoli mammiferi e uccelli, contiene circa il 70% di umidità (5). Pertanto, con 200-250 g di cibo ingerito al giorno (corrispondenti al fabbisogno energetico medio), il 70% del fabbisogno di liquidi dell‘animale è già coperto dall‘assunzione di cibo, senza tener conto della “acqua metabolica“ aggiuntiva. Se un gatto mangia alimenti umidi che hanno un contenuto d‘acqua dell‘80% (sempre con un fabbisogno medio di 250-300 g), è possibile che il fabbisogno di liquidi sia già interamente coperto. Studi condotti più di cinquant‘anni fa hanno mostrato che i gatti possono coprire il proprio bilancio idrico semplicemente ingerendo pesce o carne freschi (6).

Dato che la quantità di cibo consumata è determinata principalmente dal fabbisogno energetico dell‘animale (7), gli alimenti a bassa densità energetica e alto contenuto di umidità producono un apporto maggiore di liquidi e quindi aumentano la quantità di urina (8), come mostrato nelle Figura 2 e Figura 3 . Con le diete secche commerciali, che contengono al massimo il 10% di umidità, i gatti devono bere acqua supplementare per soddisfare i fabbisogni. La maggior parte degli studi sull‘argomento conclude che quando i gatti ricevono solo alimenti secchi, consumano meno acqua totale (9) (10) (11); è dunque opinione comune che fornire solo o principalmente alimenti secchi sia un fattore di rischio per la nefrite e la malattia delle vie urinarie, anche se finora gli studi hanno mostrato risultati contraddittori.

 

Figura 2. Assunzione di liquidi dei gatti nutriti con diete secche e umide (8).

Figura 3. Quantità di urina nei gatti nutriti con diete secche e umide (8).

Ad esempio, uno studio (12) ha identificato gli alimenti secchi (sia come parte della razione alimentare giornaliera, sia forniti in via esclusiva) come fattore di rischio per la “malattia delle vie urinarie inferiori felina“, ma senza fare distinzione tra urolitiasi e altre malattie urinarie. Un altro studio (13) ha concluso che il tipo di dieta fornito non sembrava essere un fattore causale della Cistite Idiopatica Felina (FIC), ma che le ragioni principali erano l‘obesità e lo stress. Inoltre, si è visto che gli alimenti secchi non sono un fattore di rischio per la malattia renale cronica (14) (15). Probabilmente, la massima influenza della dieta sulla malattia si vede nei calcoli urinari e in questo caso hanno un ruolo importante non solo il contenuto di umidità, ma anche altre proprietà del cibo (ad es. il rapporto proteine/grassi/carboidrati e l‘equilibrio cationi-anioni). In uno studio sperimentale sull‘urolitiasi (11), i ricercatori hanno mostrato che un contenuto maggiore di liquidi nella dieta riduce il rischio per i calcoli di ossalato di calcio, ma non per quelli di struvite (fosfato ammonio magnesiaco).

Assunzione di liquidi e composizione dell‘urina

La composizione dell‘urina, il peso specifico e il valore del pH sono fattori decisivi per la formazione degli uroliti (16). Questi fattori sono influenzati dalla dieta fornita e dall‘assunzione di liquidi. Non va dimenticato che la quantità di liquidi assunti non è per forza direttamente correlata con il volume e la concentrazione di urina che si forma. La concentrazione e la composizione dell‘urina non dipendono quindi solo dal contenuto d‘acqua dell‘alimento, ma anche dal contenuto in sostanze escrete nell‘urina (in particolare proteine e minerali), che influenzano a loro volta il volume dell‘urina stessa, nonché dalla quantità di minerali escreti e dal pH urinario (17). I risultati degli studi sull‘influenza di alcuni tipi di alimenti o di diete specifiche possono quindi essere difficili da interpretare, poiché vanno considerati tutti questi fattori.

Abitudini relative al consumo dell‘acqua dei gatti domestici

Nonostante i numerosi studi sull‘assunzione dell‘acqua con gli alimenti e sui fattori di rischio per la malattia delle vie urinarie, gli autori non sono a conoscenza di studi che affrontino specificamente le abitudini o le preferenze relative al consumo dell‘acqua dei gatti domestici. Diverse raccomandazioni (ad es. “i gatti non vogliono bere vicino al luogo in cui mangiano“ o “i gatti preferiscono l‘acqua corrente che esce, per esempio, dalle fontanelle per gatti“) hanno origine dalla letteratura popolare o derivano da comportamenti osservati in natura. Gli autori hanno recentemente condotto un sondaggio per documentare le pratiche comuni per fornire acqua potabile ai gatti e identificare le loro preferenze.

Metodi

I proprietari di gatti selezionati tra la clientela degli autori hanno ricevuto un questionario relativo ai dati del gatto (età, razza, sesso, malattie esistenti), alle condizioni di vita (luogo di residenza, libertà di movimento, altri pet in casa), all‘alimentazione, alla gamma di opzioni per assumere liquidi (tipo, quantità, luogo, materiale), nonché al comportamento e alle preferenze osservate relativamente all‘assunzione dell‘acqua; il questionario è stato inviato anche ad altre strutture e cliniche veterinarie, come pure a piattaforme online.

Risultati

Partecipanti e dati demografici 

In totale, per la valutazione sono stati ricevuti 549 questionari. La maggior parte proveniva dalla Germania e dall‘Austria, alcuni dalla Svizzera. La divisione di sesso era quasi esattamente del 50% maschio-femmina e quasi tutti i soggetti erano sterilizzati. Due terzi erano gatti domestici a pelo corto; le razze pure più ampiamente rappresentate erano Maine Coon (5%), British shorthair (4%), Persiano e Siamese (3% ciascuna).

Il 23% era costituito da gatti da appartamento, il 40% aveva libertà di movimento limitata (balcone, terrazza, giardino) e il 37% aveva libertà di movimento illimitata. Il 32% dei gatti viveva in una grande città, il 25% in piccole città o periferie e il 43% in una zona rurale. Il 33% viveva da solo, il 44% assieme ad altri gatti, il 27% assieme ai cani.

Profilo alimentare e sanitario 

Tre quarti dei gatti del sondaggio erano ritenuti sani dai proprietari; per il restante 25% è stata segnalata una varietà di malattie, soprattutto malattia renale cronica, osteoartrosi, allergie e lesioni acute. Va notato che la diagnosi è stata emessa solo in base alle informazioni fornite dai proprietari e non è stata necessariamente confermata dal parere del veterinario. Il tipo di alimento fornito ai gatti è mostrato nelle Figura 4 e Figura 5 . I gatti che mangiavano grandi quantità di alimenti umidi (fino alla stessa proporzione degli alimenti secchi combinati) erano significativamente meno comuni tra gli animali colpiti. Tuttavia, per quanto riguarda la malattia delle vie urinarie, non è stato possibile individuare un nesso evidente tra il tipo di dieta e la malattia.

Figura 4. I gatti del sondaggio hanno ricevuto diete commerciali, alimenti preparati in casa, o entrambi.

Figura 5. I gatti del sondaggio hanno ricevuto quantità diverse di alimenti umidi e secchi, come mostrato; gli alimenti umidi includono cibo commerciale e preparato in casa.

Opzioni e abitudini relative al consumo dell‘acqua 

Alla maggior parte dei gatti (>80%) veniva fornita acqua in ciotole, mentre l‘alternativa più popolare era una fontanella per gatti. Tuttavia, tra i gatti che avevano accesso a entrambe le opzioni, la maggioranza ha preferito la ciotola. Inoltre, sembrano importanti le dimensioni del recipiente, poiché le ciotole piccole (<15 cm di diametro) sono state preferite rispetto alle ciotole più grandi. Non è stata segnalata alcuna preferenza per il materiale di cui era composta la ciotola; la ceramica (60%) seguita dalla plastica (38%) erano i materiali più spesso utilizzati; meno spesso venivano fornite ciotole in metallo (35%) e vetro (13%).

“Molti proprietari forniscono ai loro gatti una sola fonte idrica, che molto spesso è vicina alla ciotola del cibo, ma i gatti preferiscono generalmente fonti idriche situate lontano da dove mangiano.”Stefanie Handl

In base ai dati non è possibile stabilire se i gatti avrebbero preferito la possibilità di assumere acqua da fonti diverse dalle ciotole o dalle fontanelle, perché le alternative erano troppo limitate per rendere possibile una valutazione statistica. Tuttavia, si è visto (tutti i giorni o qualche volta) che quasi il 60% dei gatti beveva da altre fonti idriche, come annaffiatoi, vasi da fiori o piatti destinati all‘uomo (Figura 6). La metà dei gatti con accesso all‘esterno è stata vista bere da stagni, pozzanghere o vasi da fiori (Figura 7). I gatti che avevano libertà di movimento illimitata preferivano significativamente fonti idriche all‘aperto piuttosto che le loro ciotole in casa.

Figura 6. I gatti possono essere tentati di bere da recipienti all’aperto, come gli annaffiatoi; i proprietari devono assicurarsi che non vi rimangano dentro sostanze chimiche tossiche.
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I gatti bevevano per lo più in posizione accovacciata, anche se i gatti che vivono all‘aperto bevevano spesso anche in piedi. Quasi la metà dei gatti (44%) non solo beveva, ma giocava anche con l‘acqua.

La fonte idrica più comune era l‘acqua corrente fresca; se erano disponibili fonti alternative (acqua corrente, acqua minerale non frizzante, acqua piovana), i gatti preferivano l‘acqua corrente (che è di ottima qualità in Germania e Austria), mentre i gatti che vivono all‘aperto amavano bere anche acqua piovana. Il 27% dei proprietari di pet ha dato ai gatti anche liquidi diversi dall‘acqua da bere; il più delle volte latte vaccino, oppure “latte per gatti“ (latte senza lattosio).

I gatti che vivono all‘aperto utilizzavano molte più fonti idriche rispetto ai gatti da appartamento, anche se più della metà dei proprietari di pet (52%) aveva fornito fonti idriche diverse. Se c‘erano diverse opzioni tra cui scegliere, erano preferite le fonti idriche situate in una stanza diversa da quella in cui si trovava la ciotola del cibo. Questo valeva sia per i gatti da appartamento, sia per i gatti che vivono all‘aperto. Tuttavia, in molte famiglie (41%), la ciotola dell‘acqua è posta proprio accanto alla ciotola del cibo.

Figura 7. Molti gatti sembrano gradire l’acqua piovana delle pozzanghere. Se hanno questa possibilità, preferiscono bere da fonti idriche all’aperto piuttosto che dalle ciotole presenti in casa.
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Le ciotole dell‘acqua erano controllate più volte alla settimana da tutti i proprietari di gatti intervistati e più del 90% controllava le ciotole ”tutti i giorni“ o ”almeno una volta al giorno“. Tre quarti dei proprietari pulivano anche quotidianamente le ciotole dell‘acqua. Per i gatti che vivono all‘aperto, le ciotole erano lavate generalmente solo con acqua, mentre per i gatti da appartamento venivano usati spesso anche detersivi o lavastoviglie. Non sono mai stati usati disinfettanti.

Sintesi e discussione 

L‘obiettivo primario del sondaggio era identificare le preferenze dei gatti per il tipo e la fonte di acqua potabile, al fine di ricavare raccomandazioni per l‘uso pratico e alcuni dei risultati sono già stati presentati a conferenze internazionali (18) (19). Nell‘interpretare i risultati, occorre tenere presente che è stato possibile valutare solo informazioni fornite dai proprietari, che possono dipendere tra l‘altro dal tempo che hanno avuto a disposizione per osservare i propri gatti.

In generale, i proprietari di gatti erano apparentemente consapevoli dell‘importanza dell‘acqua potabile, a prescindere dal contenuto di umidità del cibo, perché non solo controllavano e riempivano le ciotole quasi quotidianamente, ma le pulivano anche spesso. Tuttavia, solo la metà dei proprietari ha fornito più di una fonte idrica e molto spesso questa era vicina alla ciotola del cibo (Figura 8). A tal fine, questo ha permesso di confermare che i gatti preferiscono generalmente le fonti idriche situate lontano da dove mangiano. È possibile che ciò rifletta il comportamento felino originale, dato che spesso le aree di alimentazione e le fonti idriche disponibili in aperta campagna non sono vicine tra loro.

Figura 8. Molti proprietari mettono insieme le ciotole del cibo con quelle dell’acqua. Tuttavia, sembra che i gatti preferiscano in genere fonti idriche situate lontano da dove mangiano; è possibile che ciò rifletta il comportamento felino “originale”, dato che le aree di alimentazione e le fonti idriche disponibili in aperta campagna sono spesso lontane tra loro.
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Non è sembrata evidente una preferenza generale per ciotole fatte di uno specifico materiale, mentre per quanto riguarda le dimensioni esiste una preferenza per le ciotole di diametro inferiore (Figura 9). È possibile che queste misure inferiori aiutino il gatto a identificare il bordo della ciotola e la superficie dell‘acqua con le vibrisse.

Figura 9. Il sondaggio ha determinato che i gatti hanno una preferenza per ciotole dell’acqua di diametro inferiore.
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Spesso, per promuovere l‘assunzione di liquidi sono raccomandate fontanelle per gatti, poiché si presume che i gatti preferiscano l‘acqua corrente (Figura 10).

Questo dato non è stato confermato dal sondaggio, ma i riscontri sono coerenti con altri studi che non hanno trovato differenze statisticamente significative nell‘assunzione dell‘acqua tra ciotole e fontanelle, ma piuttosto grandi differenze e preferenze individuali (20) (21). È interessante notare che, in uno studio, un gatto su dodici era stressato dalla fontanella dell‘acqua al punto di mostrare aggressività, grooming eccessivo e vomito (20).

“Spesso, per promuovere l’assunzione di liquidi sono raccomandate fontanelle per gatti, poiché si presume che i gatti preferiscano l’acqua corrente, ma sembra che il loro uso dipenda dalle preferenze del singolo gatto.”Stefanie Handl

 

Figura 10. Spesso, viene suggerito che una “fontanella per gatti” promuoverà l’assunzione di liquidi nell’ipotesi che i gatti preferiscano l’acqua corrente, ma non esiste un’evidenza conclusiva sul tema.
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Figura 12. I gatti sono sempre curiosi e possono ingerire opportunisticamente liquidi potenzialmente tossici come il caffè.
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Figura 13. Il glicole etilenico (antigelo) viene spesso aggiunto alle fontane ornamentali o agli stagni da giardino per impedirne il congelamento in inverno. Questo può essere un problema perché i gatti bevono spesso da stagni o fontane, e possono inavvertitamente ingerire le sostanze chimiche tossiche presenti.
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I gatti non sembrano essere diversi uno dall‘altro solo quando si tratta di mangiare, ma anche nel bere. A conoscenza degli autori, non sono state condotte ricerche per capire se i modelli comportamentali riguardanti l‘ubicazione, la forma o la qualità delle ciotole dell‘acqua, o il gusto dell‘acqua potabile, siano simili a quelli connessi con l‘assunzione del cibo (22) e se una preferenza acquisita nel consumo dell‘acqua da specifici contenitori duri tutta la vita.

Figura 11. I gatti spesso “giocano” con l’acqua che scorre dal rubinetto. Non è ancora chiaro se questo debba essere interpretato come parte del comportamento di assunzione dell’acqua, o sia innescato dalla noia o dall’interesse per le novità.
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È inoltre oggetto di dibattito se l‘uso frequente di altre fonti idriche (come bicchieri, vasi da fiori, stagni) suggerisca che le ciotole dell‘acqua fornite dal proprietario erano inaccettabili per i gatti, o se faccia parte del comportamento felino naturale avere diverse fonti idriche utilizzate “di passaggio“. Resta inoltre aperta la questione se l‘atto di “giocare con l‘acqua“ spesso osservato debba essere interpretato come parte del comportamento di assunzione dell‘acqua (Figura 11) o sia innescato dalla noia o dall‘interesse per le novità.

 

Figura 14. I gatti possono identificare nuove fonti d’acqua come i cubetti di ghiaccio come giochi interessanti ed anche questo può incoraggiare l’ingestione di acqua.
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Per quanto riguarda l‘alimentazione, rispetto alle precedenti segnalazioni, il sondaggio ha osservato una tendenza crescente verso l‘uso di diete preparate in casa o l‘integrazione con carne delle diete commerciali; un‘indagine del 2009 su 243 gatti aveva rilevato che meno dell‘1% del cibo era preparato in casa e solo il 10% aveva entrambe le componenti (23), mentre questo sondaggio ha scoperto che più del 3% dei gatti riceveva alimenti preparati in casa (per lo più crudi) e il 26% dei gatti riceveva una combinazione di diete commerciali e diete preparate in casa. Una dieta con alimenti umidi e secchi associati era di gran lunga la più popolare in entrambi gli studi, rappresentando il 70% nello studio del 2009 e circa il 75% nel presente studio. La percentuale di gatti nutriti solo con alimenti secchi era significativamente inferiore in questo studio (poco meno dell‘8% rispetto al 17% del 2009). Questo sviluppo potrebbe essere spiegato dal fatto che gli alimenti secchi da soli sono spesso presentati nella letteratura popolare come “non salutari“, soprattutto a causa del basso apporto di acqua.

• Fornire acqua corrente di buona qualità è sufficiente per i gatti ed è una prassi generalmente ben accettata. Tuttavia, se l’acqua contiene molto cloro o emana strani odori, è meglio filtrarla o passare all’acqua minerale non gassata. Un’alternativa è fornire acqua piovana pulita.
• Se possibile, mettere numerose fonti idriche in luoghi differenti; queste devono essere distanti dall’area di alimentazione e preferibilmente in altre stanze.
• Utilizzare ciotole più piccole (<15 cm di diametro) invece che più grandi; queste dovrebbero essere di materiali e dimensioni differenti, soprattutto nelle case in cui convivono più gatti, al fine di soddisfare le varie preferenze.
• Le fontanelle per gatti possono essere accettate o meno e ciò dipende dalle preferenze del singolo gatto.
• Dato che i gatti amano bere acqua da tutte le fonti possibili, è necessario fare attenzione che non vengano a contatto con sostanze nocive. Questo può significare non lasciare in giro tazze con caffè, tè o bevande energetiche (Figura 12), accertarsi che vasi da fiori o annaffiatoi non contengano pesticidi, evitare che i gatti possano accedere ai detergenti in bagno, fare attenzione ai medicinali aggiunti all’acquario e agli eventuali prodotti antigelo utilizzati nei laghetti da giardino d’inverno (Figura 13).
Raccomandazioni aggiuntive per i gatti con malattie delle vie urinarie:
• A prescindere dalle raccomandazioni dietetiche sulla composizione degli alimenti, gli alimenti umidi sono preferibili o vanno almeno somministrati in combinazione con gli alimenti secchi.
• Se un gatto preferisce un certo gusto, va usato per incoraggiarlo a bere. Può trattarsi dell’acqua di cottura lasciata dalla carne, di brodo (salvo in caso di insufficienza cardiaca o renale grave, il contenuto di sale è trascurabile) o di latte per gatti.
• Fornire al gatto nuove opzioni, come cubetti di ghiaccio o blocchetti di ghiaccio più grandi (con l’aggiunta di “aromi” se necessario) può incoraggiarlo a giocare ed esplorare, e può anche sostenere l’assunzione di acqua (Figura 14).
I prodotti lattiero-caseari non devono essere evitati del tutto: un sorso di latte intero, yogurt o panna non causa generalmente problemi di intolleranza al lattosio. Il consumo massimo di lattosio nei gatti è di 2 g/kg di peso corporeo (24), che corrispondono a 50 mL/kg di peso corporeo di latte intero, cioè 200-250 mL per un gatto medio.

Riquadro 1. Raccomandazioni generali per offrire acqua ai gatti.

In sintesi, il sondaggio ha identificato alcuni interessanti elementi sui gatti e le loro abitudini di consumo dell‘acqua, che permettono di fornire ai proprietari di pet alcune raccomandazioni generali, come mostrato nel Riquadro 1 .

Conclusione

I proprietari cercano spesso rassicurazioni e consigli dal veterinario di fiducia per quanto riguarda l’assunzione dell’acqua del loro gatto. I gatti possono ottenere un’ampia percentuale del fabbisogno di liquidi attraverso il cibo se ricevono una dieta ad alto contenuto d’acqua (alimenti umidi commerciali o dieta preparata in casa), ma se i gatti mangiano principalmente (o solo) alimenti secchi, il loro apporto complessivo di liquidi sarà inferiore. I proprietari vanno incoraggiati a considerare che il loro gatto può avere particolari preferenze o antipatie quando si tratta di acqua potabile e devono anche essere consapevoli del fatto che la naturale curiosità di un gatto può portarlo a bere acqua potenzialmente nociva.

Riferimenti

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